L’idea del Liceo “Virgilio Redi” di Lecce, che si propone come “Liceo dei Licei”, consiste in un progetto didattico che interagisce con i modi, i tempi ed i piani di studio già in essere, coniugandoli con le possibilità offerte dalla normativa. La definizione di “Liceo dei Licei” ha, inoltre, una valenza quantitativa e modulare.
Il tutto nasce, da un lato, da una lettura attenta della normativa centrata sul tema dell’autonomia (e non solo) a partire dal DPR 275/99 sino alla recente Legge 107/15, dall’altro, dalla specificità del Liceo che dirigo dal settembre del 2015 che, a seguito della DGR Puglia 20.01.2015, n. 26, e s.m.i., ha fuso in un unico Polo liceale il Liceo Classico e Linguistico Virgilio di Lecce, il Liceo Scientifico e delle Scienze applicate di Squinzano ed il Liceo delle Scienze Umane ed Economico Sociale di Campi Salentina.
In sede di elaborazione degli indirizzi per il PTOF è stato naturale elaborare una proposta formativa unitaria che valorizzasse questa opportunità nel quadro di una riflessione strutturata sul ruolo e la funzione dei Licei.
In estrema sintesi, si tratta di:
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orientare e riorientare, favorendo il passaggio da un indirizzo all’altro nel primo biennio;
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specializzare ed ampliare il curricolo con discipline di rinforzo nel secondo biennio;
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lavorare sull’integrazione del curricolo per preparare all’ingresso nel mondo del lavoro, della formazione superiore e dell’università nel monoennio finale.
Il progetto è in assoluta sintonia con la normativa vigente, valorizzando gli step previsti dall’art. 2 del DPR 89/10, dando un senso allo sviluppo del percorso quinquennale suddiviso in due periodi biennali ed in un monoennio finale.
In questo senso:
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il primo biennio è concentrato sullo sviluppo delle competenze di base caratterizzanti l’obbligo di istruzione, anche attraverso un possibile ri-orientamento che non ostacoli il passaggio da un percorso ad un altro. Ciò alla luce della considerazione che la scelta operata alla fine della scuola secondaria di primo grado non sempre corrisponde alle reali abilità dello studente e che occorre favorire la continuità verticale tra gradi scolastici (art. 4, c.6, Dpr 275/99 e Dm 211/10);
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il secondo biennio (come espressamente previsto dagli artt. 2 e 10 del Dpr 89/10 e dall’art.1, cc. 28-33, della Legge 107/15), una volta definite le competenze di base nel primo biennio, favorisce il potenziamento e la personalizzazione del curricolo (curriculum dello studente) attraverso l’alternanza scuola-lavoro ed insegnamenti opzionali aggiuntivi, che si concretizzano in 12 percorsi personalizzati di eccellenza (modulati coniugando l’allegato H al Dpr 89/10 e l’art.1, c. 7, della Legge 107/15), certificati dalla scuola e spendibili in sede di Esame di Stato;
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il monoennio finale, funzionale all’orientamento in uscita ed alla specializzazione del percorso didattico in tal senso, è finalizzato a stabilire ogni possibile collegamento con il mondo del lavoro (alternanza, autoimprenditorialità …), la formazione superiore e l’università (specializzazione del curricolo, esercitazione ai test di ingresso, moduli disciplinari coordinati…).
L’idea è, insomma, quella di ridisegnare il senso della scuola per renderla più efficace nell’orientamento in itinere ed in uscita, di fare della personalizzazione del curricolo e della valorizzazione delle eccellenze lo strumento prioritario della didattica, di potenziare le competenze trasversali (lingue ed ICT), dando vita ad una realtà scolastica che unisca alla solidità dei contenuti della formazione liceale, nella sua pluralità e varietà, una nuova impostazione.
In altre parole, come specificatamente previsto dalla Legge 107/15, fare dell’orientamento e della personalizzazione il centro del sistema di istruzione. Si tratta, quindi, di utilizzare in maniera innovativa i principi presenti nella normativa esistente e le novità introdotte dalla Legge 107/15 per realizzare una nuova idea formativa centrata, come già accennato, sull’orientamento come sistema, e finalizzata al successo formativo, attraverso la personalizzazione del curricolo e la centralità dell’alunno nel processo di apprendimento. Quella del Liceo dei Licei è una proposta ed un progetto che si muove rispondendo a reali bisogni formativi. Forse ad oggi avvertiti più dalle famiglie che recepiti dalle istituzioni. Intravedo nel futuro un’idea molto più complessa ed articolata di scuola modulare che, pur preservando, a partire dal secondo biennio superiore, gli statuti epistemologici dei singoli percorsi, superi definitivamente la rigida impostazione del sistema a canne d’organo di gentiliana memoria. Ciò richiederà maggiore flessibilità e sicuramente una più alta disponibilità verso efficaci strumenti di valutazione interna ed esterna. Il processo avviato con il Rapporto di autovalutazione ed il Piano di miglioramento ha creato, a mio avviso, una più avvertita consapevolezza circa la possibilità di osservare in modo oggettivo e critico i processi formativi messi in atto. La rendicontazione sociale e la pianificazione triennale inducono alla trasparenza ed all’organizzazione. Stiamo certamente rivedendo nel primo biennio una più organica e strutturata programmazione dipartimentale e disciplinare per moduli (necessariamente sincronici per le singole discipline nei rispettivi indirizzi). Nel secondo biennio e nel monoennio finale, la gestione dell’organico, in particolare la pianificazione di quello potenziato, e del tempo scuola necessita di una gestione oculata e mirata. Annualmente realizziamo sondaggi fra studenti e genitori delle classi seconde per identificare le necessità funzionali al potenziamento nel secondo biennio. Stiamo valutando la soluzione delle classi aperte e parallele per competenze, nonché quella della formazione a distanza attraverso la diretta streaming. Abbiamo avviato un dialogo con l’Università del Salento e con Università telematiche per definire protocolli d’intesa per un comune processo di orientamento. Sono convinto, infatti, che sia la Scuola sia l’Università potrebbero trarre enorme giovamento da questo progetto, definendo una sorta di biennio condiviso tra il monoennio terminale degli studi superiori e quello iniziale dell’Università che possa rappresentare una reale occasione per definire organicamente obiettivi, contenuti e competenze in continuità tra orientamento in uscita ed in ingresso.
Potrebbero essere precisati specifici interventi di rinforzo formativo che configurino una migliore introduzione agli studi universitari e maturati CFU attraverso la frequenza di lezioni universitarie – in presenza o a distanza – specificatamente pensate per studenti del quinto anno e spendibili all’atto dell’iscrizione ai corsi universitari.
Credo fermamente che gli obiettivi siano la maggiore efficacia non della singola scuola, ma del sistema di istruzione a livello territoriale, la centralità che lo studente ha nel quadro generale dello stesso e gli strumenti che il sistema, nel suo insieme, riesce a mettere in atto per il raggiungimento sostanziale del successo formativo.
L’offerta di percorsi didattici fondati su scelte dello studente, consapevoli e strutturalmente accompagnate dal supporto specialistico della scuola, di percorsi che rispondano a inclinazioni personali e che favoriscano la scoperta di talenti e la promozione delle eccellenze, mi sembra corrisponda ad una reale esigenza dell’utenza, ma anche (cosa non secondaria) ad una effettiva valorizzazione del personale docente e del ruolo della scuola.